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In ogni caso nessun rimborso

A che punto è XM24? Intervista fra Andrea (A) ed un intervistatore, giornalista/operatore di intelligence (I)

I – Buongiorno.
A- Buongiorno un cazzo. Ha visto che nebbia? E questa sarebbe primavera?
I – Ecco, le stagioni. Partiamo subito col tema che affascina molti: il controllo ambientale. Come fa XM24 a controllare in questo modo Bologna? Armi orgoniche? Sviluppate i segreti dell’imolese Igina?
A – No, guardi, fra tutte quella è l’unica cosa che davvero non ci interessa influenzare.
I – Perchè, in realtà, state già lavorando molto, localmente.
A – Certo e non solo. La battaglia per XM24 prosegue, da i suoi frutti. Quello che fu il murales di Blu, OccupyMordor, esce dal 2D della parete nord dell’ex mercato – oggi grigia – e cresce in dimensioni, compiendosi come una giusta profezia. Gli schieramenti sono segnati; anche se non tutto è come sembra.
I – Cioè?
A – La città si riempie di bandiere che parlano di noi. Il 4 marzo è stato un successo: la solidarietà è diffusa e cresce. E’ chiaro il legame fra autogestione di spazi pubblici (pure un tempo riconosciuta dal Comune) e Resistenza, nella vita e nelle lotte per la società e l’ambiente. Un progetto fake, in quartiere, ha perfino rilanciato “I Love Bolognina” appena dopo “I Love Xm24”. E’ comparsa una nuova spilla “I LOVE XM24 in Bolognina”. Continuando così, svilupperemo progetti di spille di un metro quadro, con l’elenco di tutti i posti che possono ospitare l’autogestione. La risonanza è a nostro favore. Continueremo così: mentre gli assessori tacciono e il sindaco, praticata la dementizzazione diffusa, oggi non annuncia più neppure un brindisi. Questo volge a nostro favore.
I – Infatti è incredibile come in poco tempo un’apparente accozzaglia di raver, postoperaisti, casinisti in bicicletta e fricchettoni che si calano dai tetti con delle pezze abbia potuto far parlare di sè.
A – E’ anche vero che il lavoro procede da tempo. Quanto più inoffensivi, tanto più ci descrivono come “incompatibili”, “pericolosi”. A dirlo sono quelli che hanno riempito di cemento e incompiute la Bolognina. Che propongono il progresso dell’asfalto, del mattone. Vogliono addirittura sfondare i Prati di Caprara con altri centri commerciali, allargare la tangenziale senza calcolare l’impatto
generale. I loro paradossi sono la nostra vittoria.
I – Ma siete anche sotto osservazione.
A – Certo: la città è malata, però controllano noi. Ridicola l’attenzione di alcuni sfaccendati che girano per Via Fioravanti. Pattugliano, spiano; ci studiano come gli ornitologi i piccioni. Ci apostrofano, chiedono: “tuttappost’?” Ma non sono spacciatori, solo manovalanza. Una parte notevole del merito, invece, va al prestigioso lavoro degli analisti.
I – L’intelligence?
A – Assolutamente. Senza la loro (vostra) collaborazione, i giornalisti non potrebbero imboccare il grande pubblico bolognese con cicliche notizie ultraiste. Repubblica che trema come un foglio quando diciamo “sta per succedere qualcosa”, il Carlino che riconduce ogni attentato nell’arco di 500 Km a frange “gravitanti” attorno ad XM24 (senza mai ricordare che dopo aver buttato in galera gli anarchici, la polizia politica non ha mai dimostrato una beneamata ceppa delle accuse inventate), il Corriere che lamenta la “caduta dei valori” nel fallimento artistico di Genus Bononiae alludendo al “sabotaggio delle avanguardie”: senza specificare se sia il loro sabotaggio contro gli artisti di strada o viceversa. Tutte notizie palesemente eccessive, diffuse ad arte per indurre a riflettere sulla inesistente classe dirigente bolognese.
I – Ma che giocano a vostro favore. Come quando si paventano rischi per il G7 dell’Ambiente, a giugno.
A – Figurarsi: è quasi certo che se non noi al mare, sarà il mare a venire da noi, proprio al “Lido XM24”. In realtà, come “Centro Analisi Zone Zoetropiche Autonome Riservate Internazionali XM24 – Sez.Diversioni & Sovversioni” temiamo la saldatura di più apparati – fino ad oggi concorrenti – sia di origine statuale che dei principali monopoli del capitale. E’ credibile, nel quadro mondiale della rivoluzione che pure auspicavamo, una radicalizzazione sui temi del securitariamo democratico; le nuove forme di repressione italiane – i daspo urbani, il decreto Sicurezza, i nuovi sindaci western – non causerebbero sufficienti Paura & Spettacolo nella popolazione: la gente potrebbe incazzarsi davvero. Dopo anni di crisi, fare la guerra ai mendicanti in strada o affermare che “il decoro è sicurezza”, una delle più grandi stronzate naziste mai dette da un pelato, potrebbe far tracimar tutto. Ecco che, come spazi pubblici antiautoritari, luoghi occupati, zone autonome potremmo non fungere più al nostro ruolo, superati dall’eversione del potere costituito.
I – Ruolo che sarebbe quello di contenere il disagio?
A – Certo, anche promuovendolo. Localmente: la normalizzazione della Bolognina, chiamatela pure gentrificazione, si fa sconvolgendo gli equilibri della zona. Cosa altro va succedendo da anni, ad esempio con la fu Trilogia Navile? Adesso si fa saltare l’unico alveo di attività sociali e gratuite. Ecco il progetto del PD locale: non solo recuperare voti a destra, come è palese. La politica vuole la sovversione dell’esistente, più di quanto la cerchiamo noi.
I – Avete rapporti anche col PD che sembra osteggiarvi?
A – Non è un caso l’avvicinamento nei proclami e nei fatti alla peggiore destra reazionaria. Abbiamo infiltrato il PD per anni, a tutti i livelli: ovviamente, non siamo solo quelli che vedete girare all’XM24. Alcuni uomini nei posti chiave costituiscono il “network del possibile”. Perfino il decreto georgiano legato all’ugrofinnico Mynnyty ha visto la sua prima redazione in ambienti di intelligence ultraista. Così stiamo trasformando la politica nazionale, mentre apparentemnete lavoriamo a progetti sussidiari della demolita socialità bolognese. In XM24 come tanti altri meravigliosi spazi.
I – Ma oggi qualcosa sembra accelerare
A – Dobbiamo accelerare. Non a caso, nel pieno fallimento del progetto di speculazione abbiamo scatenato la Seconda ed ultima Battaglia per XM24. Ma la abbiamo iniziata noi. Dopo le prove generali del 2013 il nostro uomo, Cazzanti, ha dato il via in settembre alla più grande opera di destabilizzazione cittadina degli ultimi anni. Anche Daniele O’Hara è con noi: vi siete chiesti come fa a fare cene con la destra di Moneys Bernarfini al Katia Bertolasi? Perchè insista a chiedersi “Dove sta Blu? Dove è il mio murales…”? E’ un depistaggio.
I – Sembra che ci ci siano omologie con quanto accaduto all’Università.
A – Esatto. Ubertini non esiste: è un collettivo, ha legami col CUA. Possiamo svelare anche questo. Le pare che il rettore dell’Università più antica possa non rispondere della propria responsabilità morale dopo l’assalto squadrista a Lettere, dell’8 febbraio 2017? Dentro una biblioteca? Come neppure nel ’77? E’ evidente anche ai più sprovveduti che lavora per noi e per il risveglio delle coscienze anche di quel corpo docente più muto del Mosè di Michelangelo. Degli Esposti, con “cercano gli scontri per gli scontri”, nasconde tautologicamente la verità: ma salta un passaggio. “Ci si rivolta nelle strade, ma con la collaborazione dei poteri forti” è il ragionamento completo. Un rinomato gioco dialettico: eppure non siamo al servizio di nessuno.
I – Sta dicendo che è finita l’era in cui si contrattava manifestamente in piazza con la pubblica sicurezza e si fingevano scontri spettacolari con vecchie tattiche che ipostatizzavano il conflitto reale?
A – L’epoca dei movimenti deviati è finita. Ovviamente: lo scontro è innanzitutto culturale; è sempre preferibile “vincere senza mai dare battaglia” (Sun Tzu). Ma se dovremo ancora fingere un conflitto, quello sembrerà terribilmente vero. Nessuno saprà realmente cosa sta per succedere, neppure noi. Saremo astutissimi.
I – E’ un lavoro delicato. Sta dicendo che non siete voi dietro gli atti eclatanti, ma – come in passato alludevate – siete voi nei laboratori popolari e siete sempre voi dietro i grandi movimenti speculativi, nonchè dentro le principali fonti di disinformazione?
A – Semplificando un po’: è così. Un’opera difficile da inquadrare, ma è l’unica soluzione che abbiamo trovato alla vecchia questione della stabilità democratica. Un tempo era “destabilizzare per stabilizzare”: gli attentati neofascisti hanno diretto il corso della storia politica italiana, praticamente roba di Stato. L’Autonomia fu il momento più alto del ciclo di lotte dagli anni sessanta: il contropotere diffuso realmente poteva esprimere l’estensione del conflitto di classe alla società intera. Poi in anni di riflusso il fiorire di centri sociali, sempre meno pericolosi, ha realizzato lo “stabilizzare per stabilizzare”. Con Genova 2001 si torna a sparare, ma solo da una certa parte: indovinate quale. Oggi l’induzione generalizzata di paura costituisce il terreno più fertile, assieme alla rimozione dei problemi molto concreti dele crisi del governo capitalistico e della catastrofe ecologica. La soluzione? “Destabilizzare per destabilizzare”. Il concerto è però mondiale, non più roba da gobbe democristiane che armano i fascisti coi soldi della CIA.
I – E la rivoluzione che auspicavate?
A – Prima di tutto, in ritirata: nascondersi. E farlo in piena vista. Ma è oltremodo importante: convergere. Non certo con i populisti, badate bene: come XM24 siamo sinceri antifascisti. Ma non è incredibile che fra tanti collettivi (144) dentro XM24 ci sia anche un capitolo del KKK. Ne vedrete delle belle. Guardate come è combinata l’America: un coglione pieno di soldi col nonno immigrato può oggi scatenarsi nel neonazismo di muri di confine, di respingimenti e di becero maschilismo suprematista bianco. Tutto questo è democrazia; qui imitata, con qualche difficoltà. Come XM24 non reggeremo certo le sorti delle sorti degli USA. Ma,
sapendo cosa si muove laggiù, cerchiamo di dare risalto a questi incapaci post-qualcosa qui al governo, che non riescono a dirsi fascisti mentre fanno leggi realmente fasciste. Noi possiamo aiutarli. Aiutando loro rafforzeremo le nostre ragioni, pur apparendo lontani dai giochi di potere. Non è perfetto?
I – In questo un ruolo mediatico eccezionale lo giocano i tribunali.
A – Sì, ma residuale: qualche procuratore apre un fascicolo. Addita dei ragazzi che rivendicano cibo e dignità nella cultura come rackettari, estorsori: ma si capisce che è solo un giochino per far carriera. Senza esternazioni giornalistiche quei poveri magistrati non esisterebbero. A che serve aprire un fascicolo, nel buio di una Procura che vuol scrivere la Storia o illuminare il senso Etico del consesso civile, se poi non hai il numero di una redazione che sputtana tutto prima di ogni giudizio?
I – Però a Bologna c’è fermento.
A – Certo – quel nome non è solo un covo di hipster. Ma le pare poco? Stiamo facendo parlar di noi senza muovere un dito.
I – Quindi non è sufficiente il già diffuso allarme terrorismo?
A – Crediamo di poter fare di più, sempre grazie a quella “forza storica” che quel fascioagreste romagnolo di Longanesi – che ben conosceva Bologna – chiamava “diecimila stupidi”. Non possiamo controllare l’incontrollabile, neppure con i BIG DATA.
I – Quindi lo sgombero è una finzione? Dovete far credere che sia reale?
A – La posizione in cui ci siamo posti noi, non loro, è “win-win”. In ogni caso nessun rimborso. Se (fingeremo che) ci sarà lo sgombero avremo risonanza mondiale, come fu per Blu. Se rimarremo lì avremo sovradeterminato l’amministrazione, complice il Viminale che già sconfessò il sindaco. Il resto è Autogestione Diffusa Ovunque.
I – State dicendo che perfino pezzi di Stato sono con voi.
A – Questo lo dice Lei (ammicca, ndr). Non è sovversivo che il sindaco nel 2002, PazzaLoca, da destra, ci abbia messi lì nell’ex mercato e quello di oggi, spacciato per la sinistra PD, si impantani nel fango per cacciarci via? E’ tutto finto.
I – In codice la chiamate “Operazione Vespaio”.
A – Esatto. Ma a noi piace pensarci più come un Alveare Autogestito. Sa, le metafore “green” volano..
I – So però di altri spazi…”segreti” con cui siete in combutta…può parlarci di quello che avete scoperto?
A – Fu un caso di eterogenesi: un giorno nel corso di opere per la sistemazione di una parte dei sotterranei di XM24, in una stanza delle celle frigorifere abbattemmo un diaframma. Lì facemmo una scoperta sorprendente.
I – Un quadro di cristallo di Stalin come nella Sede del PCI in Bolognina?
A – Molto, molto di più. Su una parete era inciso “Post XM24 Annos Patebo. K+R.”. Ricordammo l’esperimento che la nostra comune, allora segreta, iniziò nell’Europa del fermento protestante, 400 anni fa. Un tentativo di riforma universale. Compimmo prove di ogni tipo nell’ambito della Grande Arte: nella putrefazione, nella calcinazione della materia primordiale; distillamo zolfo e portammo a sublimazione il mercurio. Notte e giorno abbiamo perseguito la trasmutazione. In quei sotterranei vive ancora qualche omuncolo fuggito al controllo del Collettivo Alchemica, visionari compagni cercatori, che si spinsero troppo oltre.
I – E cosa avete trovato?
A – Poco all’inizio. Fu allora che pensammo che la metafora esoterica dello scavo occulto, che Marx richiamò parlando di una “vecchia talpa”, non fosse solamente un simbolo. L’adunanza di XM24 non è affato un simbolo. Ogni laboratorio, ogni attività è reale. E tutte insieme sono maggiori della somma delle parti. Fu lì che iniziammo a scavare, letteralmente, a partire da quel buco: una rete di gallerie e relazioni sotterranee, anche terrene, che oggi si estende per tutta la Bolognina; si allargano ai canali di Bologna, come i partigiani nella battaglia di Porta Lame; è ormai manifesto questo grande progetto. Siamo ovunque. Degrado è il nome del vestito che ci nasconde.
I – Grazie per queste bellissime parole. Alla prossima.
A – Grazie a Voi – la guerra è pace.